Se questa favola si fosse chiamata " Passata ", avrei dovuto cominciare con un : " C'era una volta, tanti anni fa'..........", ma avendola battezzata " Futura ", immancabilmente dovrò iniziarla così : " Ci sarà tra molti , molti anni, una città sospesa nello spazio, dentro ad una campana di cristallo, ove i raggi del sole, per via di sofisticati meccanismi, arriveranno più caldi di oggi. Sarà veramente così...... domani ? Sicuramente ! Già da oggi ne ho il sentore, lo intravedo, lo sento, lo vivo nella mia mente come fosse già realtà. Futura sarà la nostra città, la nostra abitazione, la nostra gente, e tutta la nostra favola. Purtroppo non ci sono più nuvole, pioggia, grandine, neve, ad intervallare le nostre stagioni, se non a comando e perciò molto diverse da come la natura le aveva concepite inizialmente. Gli alberi, le piante, i fiori non esistono più perchè lo spazio della città occupa tutto, e poi, i frutti vengono creati artificialmente nei grandi laboratori, della grandezza di una mini-pillola, incolore, inodore, insapore. E i fiori ? Vocabolo perduto e dimenticato con il passare degli anni. Per i "Futuri " è un deleterio ricordo degli amori, delle gentilezze; fa' parte della preistoria della stessa " Futura ". Il gelo avvolge "Futura " nei sentimenti, nelle passioni, nelle espressioni ! I bambini non hanno più la gioiosità di un'infanzia spensierata poiché sin da piccini debbono essere inseriti nella comunità; non hanno più i loro divertimenti, i loro spazi, i loro balocchi. Oggi si sente freddo. La nostra città per un guasto accidentale si è leggermente spostata dalla sua abituale orbita intorno all' Astro durante l'arco di tempo del buio che i terrestri chiamavano " Notte "." Futuro ", il nostro Sommo Scienziato è stato informato. Impassibile manovra le sue leve e corregge la rotta rimettendoci nella giusta direzione. La sua fredda mano preme il pulsante arancione, simbolo del calore, e subito un lieve tepore irradia la nostra Futura." Futurino ", creato 18 orbite fa', ha come compito di controllare che strani esseri di colore verde non appaiano negli interstizi delle nostre costruzioni. Mai sino ad ora, gli era successo di trovare alcunché di anormale ! Oggi, forse per effetto del calore supplementare, scorge un tenue filo verde spuntare dal sottosuolo. Il suo repentino tremore di fronte a tale evento denota meraviglia, stupore, paura, incertezza.Non era ancora mai successo: era previsto che non sarebbe mai avvenuto. Non era preparato a tale manifestazione. I sensori applicatigli sulle tempie, quando trascorreva il periodo di istruzione, non gli avevano documentato la figura che ora stava davanti a lui, ma non per negligenza, bensì per timore che potesse il suo subcosciente rivivere eventi avvenuti nella " preistoria ". E' proibito vivere internamente i sentimenti; nessuno sa cosa siano, come vengano, cosa rappresentino. Eppure Futurino rimane perplesso, cerca di ricordare, ma non ha alcun riferimento, nessuna analogia con un qualcosa che può aiutarlo a capire cosa è quello che sta vedendo. Il suo primo impulso sarebbe quello di dirigere il getto del suo disintegratore sulla strana cosa, ma le dita della sua mano sono come bloccate. Ripone l'arma nella custodia, si accosta timoroso alla "cosa" e le sue dita tremanti si avvicinano sino a lambirla. La sfiora, e questo movimento, per noi ...."preistorici", rappresentava una " carezza ". La sente tenera, fragile, indifesa, e per la prima volta il suo cuore accelera i battiti. Non sa spiegarsi il fenomeno, e rimane ancor più perplesso quando sente scorrere sul suo viso un qualcosa che poi vede cadere sulla piantina. Non sa che è una lacrima ! Vorrebbe asciugarla, ma vede che la " cosa verde " si ciba con essa, che cresce, si rinforza. Non ha più paura, anche se la "cosa" sta cambiando di colore. Sta uscendo un gambo lungo, con in cima una cosa gialla contornata da tante foglioline bianche. Noi "preistorici" la chiamavamo " Margherita " e la tenevamo in poco conto. Per lui è bella, meravigliosa, ed il suo istinto è di raccoglierla. La recide con delicatezza, la sente sua; non vorrebbe che qualcun altro Futurino possa vederla ed impadronirsene. Corre, corre da una sua coetanea, da Futurina, tutto felice anche se non sa cosa sia la felicità. La porge a Futurina tutto contento di poterle donare qualcosa di mai visto. Ne riceve un bacio sulla guancia ancora umida dalle lacrime versate. Non lo sanno, ma a "Futura " è nato l' Amore !!!!!! " 27/11/1984 ( MARIO DE CECCO ) |
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