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Un uomo Sacro ama il silenzio, ci si avvolge come in una coperta: un silenzio che parla, con una voce forte come il tuono, che gli insegna tante cose. Uno sciamano desidera essere in un luogo dove si senta solo il ronzio degli insetti. Se ne sta seduto, con il viso rivolto a ovest, e chiede aiuto. Parla con le piante, ed esse rispondono. Ascolta con attenzione le voci degli animali. Diventa uno di loro. Da ogni creatura affluisce qualcosa dentro di lui. Anche lui emana qualcosa: come e che cosa io non lo so, ma è così. Io l'ho vissuto. Uno sciamano deve appartenere alla terra: deve leggere la natura come un uomo bianco sa leggere un libro. Cervo Zoppo, Sioux

Gli uomini dalla pelle rossa

Tutto l'Universo non è che la forma materializzata dello spirito creatore che si manifesta ovunque: nel mondo degli esseri umani, ma anche in quello animale, vegetale, minerale. In base a questo principio il dovere dell'indiano è di vivere in armonia con tutto ciò che lo circonda. Mitakuye oyasin (tutti miei parenti) è l'invocazione tuttora in uso nei riti lakota: l'uomo non sta un gradino più su rispetto alle altre creature, ma insieme con esse fa parte del creato. Lasciateci sedere nella prateria libera,dove non si vedono recinti o strade. Non stendete coperte: il nostro corpo deve stare a contatto con la terra, con gli arbusti che si piegano al nostro contatto. Il nostro materasso sarà l'erba: sentiremo la sua morbidezza e la sua asperità. Lasciateci essere come sassi, come fiori e piante. Lasciateci essere come animali, pensare e sentire come loro. (Cervo Zoppo, dei Sioux)

Ovunque, tra il nostro popolo, si insegna che una persona si deve isolare dagli altri in una regione selvaggia, su una montagna o in un deserto, in una foresta o sull'oceano, e restare sola per un certo numero di giorni per ricevere un Insegnamento da parte della Creazione. ( Saupaquant, Wampanoag )

Dio creò terra per gli Indiani ed era come se avesse disteso un panno. Sopra vi mise gli Indiani. Sono stati creati qui, su questa terra e allora cominciarono a scorrere i fiumi. Poi Dio creò i pesci nei fiumi diede la vita alla selvaggina sulle montagne e ordinò che si moltiplicasse. Poi il Creatore diede la vita a noi Indiani. Ce ne andavamo in giro e quando vedevamo pesci e selvaggina sapevamo che erano stati creati per noi. Dio creò radici e bacche perché le donne le raccogliessero. Dio ci ha creati perché vivessimo qui ed era nostro diritto cacciare e pescare finché io e mio nonno riusciamo a tornare indietro nel tempo con la memoria. Il culto del Grande Mistero era silenzioso, solitario. Era silenzioso perché ogni discorso è inevitabilmente insufficiente e imperfetto. Le anime dei nostri antenati si elevavano a Dio in muta adorazione. Era un culto solitario perché si sapeva che Dio è più vicino in solitudine e che non è concesso a nessuno di intromettersi tra l'uomo e il suo Creatore. (Ohiyesa, Santee)

Non capisco perché non si faccia nulla per la mia gente. Ho sentito parlare e parlare. Ma nulla è stato fatto. Le buone parole non durano a lungo, a meno che non producano qualche effetto. Le parole non pagano per la mia gente morta. Non pagano per il mio paese, invaso dagli uomini bianchi. Non proteggono la tomba di mio padre. Non pagano per i miei cavalli né per il mio bestiame. Le buone parole non mi restituiranno i miei figli. Le buone parole non daranno alla mia gente la salute o faranno sì che non muoia più. Le buone parole non daranno alla mia gente una casa dove poter vivere in pace e prendersi cura di sé. Sono stufo di sentire buone parole che non portano a nulla. Il mio cuore diventa triste quando ricordo tutte le belle parole e le promesse che non sono state mantenute. (Capo Giuseppe, Numipu )

La vecchiaia era semplicemente un periodo delizioso in cui i vecchi sedevano al sole sui gradini di casa, giocando con i bambini, sino a quando non si addormentavano. Alla fine non riuscivano più a svegliarsi. (Paytiamo Pueblo)

Non conosco alcuna specie di pianta, uccello o animale che non si sia estinta dopo l'arrivo dell'uomo bianco. L'uomo bianco considera la vita naturale degli animali, come quella del nativo su questo continente, come un fastidio. Non c'e' alcun termine nella nostra lingua con il significato di fastidio.(Orso in Piedi, Lakota )

Per noi indiani c'e' la pipa la terra su cui sediamo e il cielo aperto. Lo Spirito e' dappertutto. A volte si mostra attraverso un animale, un uccello o degli alberi o delle colline. A volte parla da una pietra o anche dall'acqua.(Cervo Zoppo, Lakota )

La devozione quotidiana è più necessaria del cibo d'ogni giorno. Un Indiano si alza presto, calza i suoi mocassini e va al fiume. Si bagna il viso con l'acqua fredda, quindi si tuffa completamente. Dopo il bagno, rimane eretto davanti allo spuntare dell'alba, il viso al sole che danza sopra l'orizzonte, ed offre la sua preghiera muta. La sua compagna può averlo preceduto o può seguirlo nella sua devozione, ma non l'accompagna mai. Ogni anima deve incontrarsi da sola con il sole del mattino,il grande silenzio! Davanti alla bellezza della natura, l'indiano si ferma in contemplazione e non vede il bisogno di distinguere un giorno tra i sette per farlo santo, poiché per lui tutti i giorni sono di Dio. (Ohiyesa, Santee)

Sapete che gli alberi parlano? Essi lo fanno! Parlano tra di loro e loro vi parleranno se solo voi li ascoltate. Il guaio dei bianchi è che loro non ascoltano! E così non hanno mai ascoltato gli Indiani come non ascoltano le altre voci della natura. Ma vi assicuro, gli alberi mi hanno insegnato molto sul tempo, sugli animali, sul Grande Spirito. (Tatanga Mani. Assiniboine)

Non c'è clima o suolo che, secondo me, possa uguagliare quelli del paese che Usen creò per noi. E' la mia casa, la casa dei miei padri, alla quale chiedo mi sia permesso di tornare. Voglio passare i miei ultimi giorni là ed essere seppellito in mezzo a quelle montagne. Se ciò fosse possibile, morirei in pace presentendo che là il mio popolo, portato nelle sue sedi native, crescerebbe di numero invece di diminuire come adesso, e che il nostro nome non si estinguerebbe. (Geronimo Apache)

Ovunque tra il nostro popolo si pensa che il Creatore e tutta la Creazione sono un vasto e santo mistero. Ma questo mistero può parlare ai nostri cuori se noi siamo preparati e se ascoltiamo.
(Saupaquant, Wampanoag )

In principio ognuno era destinato a vivere per sempre e tutto andava bene. Non esisteva la morte.
( Lakota Sioux)

Quando uno di noi dice: la terra è mia madre, è molto più di una semplice metafora. La terra è concepita come dotata di uno spirito sacro, come una manifestazione femminile
il cui corpo ha dato vita a tutte le creature,
che vengono nutrite, curate, accolte, protette ed educate da lei. Talvolta le lezioni di Madre Terra sono molto dure, e la gente deve soffrire per diventare più forte. Noi in cambio abbiamo il dovere di averne cura, di onorarla, di rispettarla, di amarla e aiutarla a provvedere a tutta la sua famiglia, a tutti i nostri parenti, che sono dappertutto. (Saupaquant, Wampanoag )

La nostra Madre Terra, gli alberi e tutta la natura sono i testimoni dei nostri pensieri e delle nostre azioni.
(Winnebago)

Ci fecero molte promesse, più di quante ne possa ricordare, ma ne mantennero solo una. Promisero di prendere la nostra terra, e la presero. (Nuvola Rossa, Lakota)

Ogni cosa e' sacra. Ogni cosa vive. Ogni cosa ha una coscienza. Ogni cosa ha uno spirito. (Saupaquant, Wampanoag)

Se guardi il mondo da Lakota, esso cambia nome diventa una persona, diventa Madre Terra. Allora vedi gli uomini che la abitano sotto una prospettiva diversa. Vedi i continenti e gli oceani, vedi le forze che la percorrono. E poi guardi alle costellazioni, alle galassie e ti rendi conto che ogni cosa nell'universo ha bisogno l'una dell'altra. Allora sei in grado di capire che anche noi facciamo parte di tutto questo, in un grande, immenso disegno d'amore universale. La nostra comprensione del significato del Cerchio Sacro viene da una prospettiva come questa. (Birgil Straight, Lakota)

Sono un uomo rosso. Se il Grande Spirito avesse voluto farmi uomo bianco, mi avrebbe fatto subito tale.
Egli ha messo nel cuore dell'uomo bianco certi desideri e progetti, nel mio ha messo altri e diversi desideri. Ogni uomo è buono agli occhi suoi. Le aquile non hanno bisogno di diventare corvi. Ora noi siamo poveri, ma liberi. Se dobbiamo morire, moriremo difendendo i nostri diritti. (Toro Seduto, Lakota)

Per migliaia di anni gli Indiani sono sopravvisuti in condizioni d'ogni genere.
Non svolazzano di moda in moda alla ricerca di novità. E' questo ciò che li rende Indiani. (Vine Deloria Jr, Lakota)

Siamo come uccelli dalle ali spezzate. (Molti Colpi, Absaroka)

Voi parlate a mezzo alle lettere e annotate le vostre parole in grandi libri, ma noi parliamo dai nostri cuori
e la memoria annota le nostre parole nei cuori della nostra gente. (OrsoGrigio, Menominee)

Quando togliamo qualcosa alla terra, dobbiamo anche restituirle qualcosa. Noi e la Terra dovremmo essere compagni con uguali diritti. Quello che noi rendiamo alla Terra puo' essere una cosa cosi' semplice
e allo stesso tempo cosi' difficile come il rispetto. Jimmie Begay (Indiano Navajo)

 

Fratelli animali

Tutti gli animali, dalla più piccola formica all'enorme orso grizzly, sono fratelli per gli Indiani, perchè creati al pari degli uomini dal Grande Mistero. Ma il loro spirito ha un grado di consapevolezza e conoscenza diverso da quello umano: sotto certi aspetti sono quasi più vicini al Grande Mistero e il loro potere è grande....il mondo degli animali non è assolutamente diviso da quello degli umani: la comunicazione anche verbale, è continua. Chi comprende il loro linguaggio è tenuto in grande considerazione fra i pellerossa, e in genere è una dote che possiedono i grandi sciamani.(Una storia degli indiani del Nord America-D.Guasco)

Una grande visione è necessaria. L'uomo che la possiede deve seguirla, come l'aquila segue il blu più profondo del cielo.(Cavallo Pazzo, dei Sioux)

Un tempo gli Apache erano un grande popolo. Adesso sono pochi ed è per questa ragione che vogliono morire e vivono sul filo del rasoio.(Cochise, capo Apache)

Quando parli a un serpente, lui capisce che cosa gli stai dicendo e se gli parli non ti darà più fastidio. Può darsi che qualche volta, camminando, ti capiti di posare il piede sopra uno di loro, ma il serpente saprà chi sei e, anche se lo toccherai, non si muoverà e non cercherà di farti male.( Dineh, Navaho)

La vecchiaia non è rispettabile come la morte, ma la maggior parte della gente la preferisce.(Occhi Sognanti, Absaroka )

Il suolo su cui viviamo è sacro. Esso è la polvere e il sangue dei nostri antenati. (Molti Colpi, Absaroka)

Io sparirò e non esisterò più ma la terra dove ho vissuto sarà sempre là e non cambierà.(Omaha)

Chi dice all'albero che è giunto il momento di mettere le foglie? Chi dice a questi merli che sono tornate le belle giornate e quindi possono volare a nord? Gli uccelli, come gli alberi, ubbidiscono a Qualche Cosa che ha la conoscenza. Senza questo, nessuno di loro potrebbe prendere una decisione. Spesso, vado a sedermi da sola nel deserto per osservare tutte quelle miriadi di piccoli fiori e mi chiedo: chi vi ha detto che la primavera è tornata affinché voi poteste sbocciare? Qualche Cosa di molto grande ordina a tutti come vivere. (Chiparopai, donna Yuma)

“La malattia è arrivata con voi, uomini bianchi e centinaia dei nostri sono morti. In passato eravamo robusti. Andavamo a caccia e a esca. Ci occupavamo del nostro piccolo raccolto di granoturco e di meloni e ci nutrivamo di bacche. Ora tutto è cambiato. Mangiamo il cibo dell'uomo bianco e questo ci rende molli; portiamo i vestiti pesanti dell'uomo bianco e questo ci indebolisce. In passato, sia d'estate che d'inverno, scendevamo sulla sponda del fiume per bagnarci. Questo fortificava e temprava la nostra pelle. Ma i coloni bianchi rimasero sbigottiti nel vedere gli indiani nudi, così ora ce ne stiamo in disparte. Tutto l'inverno lavoravamo nel vento,a braccia nude, gambe nude, e non soffrivamo il freddo. Ora quando il vento soffia dalle montagne ci fa tossire. Si, sappiamo che quando voi arrivate, noi moriamo”.(Chiparopai, donna yuma)

La natura era Dio, la Vita. Gloria della nostra gente vivere col vento, i ruscelli e il caldo sole. Al sicuro eravamo con tutto ciò che vive e pensavamo eterno. Ignorata la paura. Nostri rifugi il cielo e le terre verdeggianti, oceani senza confine all'animo nostro. Popolo di terra, in una ricca terra di vagabondi, a cercar rifugio e cibo, a cercar vita, rispettosi finanche dei ciottoli per via. Ricco era allora il mondo, più ricco il nostro cuore. (Simangan, Numipu)

La foresta è la dimora di molti uccelli e di molti animali. L'acqua è la dimora dei pesci e dei vari rettili. All'interno di una stessa specie gli uccelli non sono tutti simili e così è con gli animali e con gli esseri umani. La ragione per la quale Wakan Tanka non fece dieci uccelli, dieci animali o dieci esseri umani assolutamente uguali fu che voleva che ognuno di essi potesse avere il suo spazio, potesse bastare a se stesso senza occupare lo spazio degli altri. (Okute, Oglala Lakota )

Guardami e guarda la terra. Chi credi sia più vecchio? La terra, e io sono nato su di essa. Non appartiene solamente a noi, era dei nostri padri e sarà dei nostri figli dopo di noi. Quando l'ho ricevuta, era tutta un'unica terra e così l'ho tenuta. Se i bianchi prendono il mio paese, dove andrò? Non ho alcun posto dove andare. Non posso fare a meno della mia terra e l'amo molto. ( Toro Seduto, Lakota)

Quando la terra fu creata con tutti gli esseri viventi, l'intenzione del Creatore non era di renderla vivibile solamente agli uomini. Siamo stati messi al mondo assieme ai nostri fratelli e sorelle, quelli che hanno quattro zampe, quelli che volano e quelli che nuotano. Tutte queste forme di vita, anche il più sottile filo d'erba e il più possente degli alberi, formano con noi una grande famiglia. Tutti siamo fratelli e allo stesso modo importanti su questa terra. (Haudenosaunee)

Popolo mio, prima dell'arrivo dell'uomo bianco eri felice. Avevi da mangiare ed erba alta per i tuoi cavalli e potevi andare e venire come il vento. Quando giungeva il freddo potevi trasferirti nelle valli a sud, ove ci sono le sorgenti calde, e quando veniva il caldo potevi tornare alle montagne a nord. Ma arrivò l'uomo bianco e scavò le ossa di nostra madre, la terra, ferendo il suo petto con l'acciaio.
Costruì grandi strade e vi mise cavalli di ferro. Ti combatté, ti sconfisse e ti spinse in luoghi sterili, dove morirebbe anche una lucertola. Egli ha detto: devi stare lì. (Wovoka, Paiute)

Dodici inverni fa i nostri capi hanno venduto il nostro paese. Ogni guerriero che vedi qui era contrario a quel trattato. Se i morti avessero potuto essere contati quel trattato non sarebbe mai stato stipulato. Essi erano qui, ma non si sono nè visti nè uditi. Le loro lacrime erano nella pioggia, le loro voci nel vento. Gli uomini bianchi non lo sapevano e la nostra terra ci fu tolta. (Cobb, Choctaw)


La mia mano non è del colore della tua, ma se mi pungo uscirà sangue e sentirò dolore. Il sangue è dello stesso colore del tuo. Dio mi ha fatto e sono un uomo.(Orso in PiediI, Lakota)

Non ti accade mai a te che abiti lassù nei cieli, non ti accade mai di stancarti delle nuvole che stanno tra te e noi ? (Nootkan)

" ...nella vita di un indiano c'era un dovere, del cui adempimento non si scordava mai: era il dovere di onorare ogni giorno l'eterno ed invisibile con la preghiera. sempre, quando egli incontra, durante la caccia quotidiana, un'immagine di bellezza che impone profondo rispetto: un arcobaleno davanti ad una nube nera carica di pioggia sopra le montagne, una cascata bianco-schiumante nel cuore di un verde precipizio; un'ampia prateria, irradiata dal rosso intenso del tramonto, il cacciatore pellerossa rimane fermo un istante, in atteggiamento di adorazione.
Tutto quello che fa, ha per lui un significato religioso. Egli sente lo spirito del creatore in tutta la natura, e crede fermamente che la forza interiore che riceve provenga da lui. Egli rispetta l'immortale nell'animale, suo fratello, e questo profondo rispetto si prolunga spesso a tal punto che egli adorna con colori simbolici o con piume la testa di un animale abbattuto. Poi tiene in alto la pipa colma, quale segno dell'aver liberato in modo onorevole lo spirito del fratello, il cui corpo era stato costretto ad uccidere, per continuare a vivere egli stesso..." (Ohiyesa: nativo d'America Dakota-Santee)

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